Spettacolo teatrale conviviale per piccoli gruppi. Può essere adattato a differenti spazi e contesti.
"Meraviglioso, ne è valsa la pena. Io non sapevo chi fosse Marija Gimbutas eppure dopo lo spettacolo mi sembrava di conoscerla da anni! Mi sono sentito catapultato nel racconto e ad un certo punto "ero" uno degli ospiti della Locanda." (Alessandro, imprenditore)
"È stato emozionante... è iniziato con cautela e poi ha decollato con ampie e morbide planate fino al suo atterraggio tra i meritatissimi applausi. Bella anche l'idea d'ingresso... Insomma grazie e complimenti per il delicato lavoro che avete portato in scena, per la passione che ti sostiene e per aver acceso una pista di decollo per ogni spettatore." (Beppe, attore e regista)
"È stato molto coinvolgente e pazzesco come abbia "riempito" in tutti i sensi il palco, lei da sola! I personaggi, la scenografia arricchita a poco a poco... Chi era tra il pubblico sa cosa voglio dire!" (Lorenzo, 12 anni)
"Non vedo l'ora di poterlo rivedere. È una storia importante e vorrei sentirmela raccontare ancora una volta: è stato come assistere a un rituale, con i canti... le cose che si trasformavano di fronte a noi..." (Paola, operatrice sanitaria)
Per tutti.
IL TEMPO DI ATTERRARE
Libero omaggio teatrale alla Figlia di Alseika
(Marija Gimbutas, Vilnius 1921 - Los Angeles 1994)
Scritto e interpretato da: Elisa Ribichini
Regia: Fernando Santiago
Collaborazione artistica: Fabrizio Arnaud, Franco Collimato, P&G
"Il Tempo di atterrare è un incontro. Una danza leggera tra immaginazione e realtà, utopia e distopia, Storia e attualità. Un dialogo tra donne, appunti di viaggio e studi che potrebbero cambiare il nostro destino.Un racconto che attraversa il tempo e trasporta lo spettatore in un non-luogo da cui ciascuno potrà ripartire a suo modo.
L'ideazione dello spettacolo e la messa a fuoco del soggetto principale sono iniziate nel dicembre del 2020, quando con Fernando Santiago, attore e regista di lungo corso, abbiamo scommesso su una collaborazione artistica a distanza (lui da Bahìa Blanca, Argentina, mentre io dall'Italia) in vista di un progetto teatrale che non sapevamo ancora dove e quando sarebbe andato in scena, ma con la certezza di voler narrare una storia autentica, attraverso una recitazione diretta, senza virtuosismi tecnici né troppa finzione scenica e che coinvolgesse emotivamente il pubblico. Eravamo in un frangente in cui il Teatro, al di là e al di qua dell'Oceano, si stava interrogando sulla sua identità e sul suo futuro ("erano gli anni della Prima Pandemia...lo ricorderete bene immagino", recita uno dei personaggi della storia).
Così, in occasione del Centenario della nascita di Marija Gimbutas (23 gennaio 2021) hanno preso forma la linea drammaturgica, i personaggi, l'ambientazione e poi, nell'agosto dello stesso anno, il testo definitivo, che nostro malgrado, ha anticipato alcuni dei terribili eventi che hanno sconvolto l'Europa qualche mese dopo, confermando (come se ce ne fosse bisogno) la lungimiranza dell'archeologa e linguista lituana e l'importanza della sua prospettiva di studio.
Nello spettacolo vengono toccate diverse tematiche di attualità e citati alcuni studi scientifici, molti dei quali sono affrontati con ricercata leggerezza nell'intenzione di non appesantire la narrazione ma incuriosire lo spettatore, che potrà eventualmente approfondirli a suo piacere, anche grazie ad alcune indicazioni bibliografiche che saranno rese disponibili dopo ogni rappresentazione, nel rispetto della documentazione cui ho attinto e che ha nutrito questa scrittura."
elisa r
Prima ancora delle separazioni di genere e della specificità di ogni forma teatrale, coreutica o di narrazione orale, tecnica...
leggi tuttoLa pagina è in aggiornamento e racconterà le mie esperienze professionali e i miei studi nei campi della Storia del teatro e della...
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